Post trasferito.
Risalente al 22/1/12.
Yoh!
Stasera si parla di un argomento in genere sottovalutato da più, ovvero... il soggetto in esame è la saga di Piccoli Brividi!
... No, non sto scherzando. Sì, sono estremamente seria.
Perché? Personalmente, ritengo i libri di Piccoli Brividi molto più leggibili di, che so, Estasia: le trame sono più coerenti, lo stile decente, i personaggi non sono sempre dei totali rincoglioniti. Si ripercorrono più o meno tutti i cliché e le leggende horror esistenti, ma il modo in cui viene fatto, alla fine, non è così male... e poi, vogliamo mettere le pagine bordate di verde e gli adesivi che hanno accompagnato la nostra infanzia? *__*v
Ben riflettendo su questa faccenda, mi sono detta che perfino i curatori italiani dovevano aver avuto poca attenzione in merito: non so se siano stampati a font 75 anche in originale, ma c'era un qualcosa che, di sicuro, non se l'era scampata.
Ergo: i titoli.
Pare che, dal 1994 ad oggi, siano riusciti a tradurre letteralmente... uhm, quanti? Cinque titoli su più di ottanta? Ecco, questa è la cura che le case editrici italiane mettono nelle traduzioni. Non è solo una piaga di Piccoli Brividi: è problema di TUTTI i libri, ritrovarsi sugli scaffali dello Stivale con titoli che farebbero vomitare pure un lombrico. Dopo che avrete letto questa lista, vi prego, osservate un minuto di silenzio per tutti i lombrichi uccisi in questo modo.
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